Il progetto FLOWPACK vola a Napoli

“L’imballaggio flowpack verso il Green Deal europeo” è stato presentato a Napoli

Torino, 23 novembre 2022 – Nuovo appuntamento per il progetto Flowpack, questa volta avvenuto a Napoli. Dopo l’illustrazione del percorso che ha dato origine al white paper intitolato “Flowpack. Il massimo col minimo. Alta protezione a basso impatto” prima in occasione del congresso di Giflex (Associazione nazionale che raggruppa i produttori di imballaggi flessibili destinati al confezionamento di prodotti alimentari, farmaceutici, chimici ed altre applicazioni industriali) e poi a Pack Expo (una delle fiere principe a livello mondiale per il settore dell’imballaggio), infatti, il recente appuntamento si è svolto al quarto Congresso Internazionale sull’innovazione tecnologica nell’industria dell’imballaggio “Advances in the Packaging Industry” (API), tenuto il 24 e 25 novembre 2022 all’interno del Museo Donnaregina a Napoli.

Il progetto “Flowpack e sostenibilità” nasce sotto forma di pubblicazione a cura delle ricercatrici del Politecnico di Torino Beatrice Lerma e Doriana Dal Palù da un’intuizione dell’attuale presidente di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) Riccardo Cavanna. A smuovere l’esigenza di indagare il flowpack, uno degli imballaggi flessibili più utilizzati nel mondo, la necessità di capirne la storia per arrivare a ipotizzare un futuro che sia sostenibile. Un lavoro di ricerca che non poteva essere unidirezionale, ragion per cui le ricercatrici hanno coinvolto diversi rappresentanti della filiera, in una pubblicazione che unisce il mondo accademico e quello delle aziende, che quotidianamente lavorano per creare packaging sempre più moderni, eco-friendly e sicuri.

E se il tema potrebbe sembrare settoriale, basta poco a comprendere che non è così: nel corso della giornata, ognuno di noi maneggia, probabilmente più di una volta, imballaggi in flowpack senza tuttavia conoscerne gli utilizzi specifici e le caratteristiche che li rendono unici. Per fare un esempio, con solo pochi grammi di materiale il flowpack è in grado di conservare, trasportare e preservare fino a 60 volte il suo peso, garantendo la qualità e la soddisfazione di diverse esigenze durante l’intero ciclo di vita.

Un lavoro dunque quantomeno attuale che va nella direzione di riscattare un imballaggio che, in un’era che vorrebbe totalmente eliminare la plastica poiché considerata inquinante, per sua natura è già etico, democratico, sicuro e accessibile. Non, quindi, eliminazione, ma corretto utilizzo. Non rifiuto, ma prima fase del ciclo di vita. Il white paper, scaricabile gratuitamente dal sito www.flowpack.it, parla di questo e di molto altro e invita a creare una community forte e coesa che veda nella direzione del “flex to flex”, l’obiettivo “zero”: trasformare anziché buttare via e difendere le qualità e le potenzialità di un flowpack sostenibile e moderno.
Sono stati proprio questi i temi al centro dell’intervento delle stesse ricercatrici Lerma e Dal Palù in occasione del Congresso API il 24 novembre alle ore 12 in uno speech intitolato “Una catena produttiva complessa per un imballaggio (spesso) sottovalutato. Un’immersione nel mondo degli imballaggi in flowpack verso il Green Deal europeo”.