Il mercato americano secondo Bmr

Un polo logistico avviato, dall’alto valore strategico, che ha portato BMR nel Tennessee, nel cuore della ceramic valley made in USA. A dirigere la sede statunitense dell’azienda di Scandiano (Reggio Emilia) leader nella progettazione e realizzazione di macchinari e tecnologie dedicati al fine linea ceramico, c’è oggi Antonio Carletti, al quale spetta il compito di consolidare la posizione di BMR nel mercato USA grazie alla sede di Crossville – Tennessee, inaugurata nel 2017. Non solo un’ampia gamma di ricambi che consente di gestire in loco forniture e richieste di assistenza tecnica in tempi rapidi, ma anche un’officina abilitata alla rigenerazione dei mandrini di squadratura e lappatura, che arricchisce l’offerta dei servizi per le aziende del distretto, molte delle quali italiane, che fino ad ora erano resi proibitivi dai costi di trasporto da e verso l’Italia

Carletti, a tre anni dell’insediamento BMR negli States, che bilancio può trarre?

“Dopo la prima inaugurazione del 2016 a Dickson-Tennessee, BMR ha ampliato e spostato la propria sede americana a Crossville, sempre in Tennessee. Qui è stata attivata una struttura dedicata alla rigenerazione dei vari componenti di levigatura e di squadratura, ed è presente un team di persone specializzato nella manutenzione delle tecnologie BMR. Si tratta dunque di un servizio importante, strutturato in soli 3 anni di attività ma che già garantisce la gestione delle necessità dei clienti con una consulenza mirata e tempestiva. Il bilancio di questo triennio è dato proprio dall’apprezzamento delle principali aziende ceramiche attive sul territorio, che hanno riconosciuto a BMR USA un valore aggiunto dato da BMR alla qualità dei processi di fine linea, consolidando ulteriormente la partnership tra aziende e proprietà”

Quali nuovi servizi BMR ha di recente portato o porterà nella ceramic valley USA?

“Abbiamo implementato la nostra offerta, rigenerando localmente i vari componenti delle macchine. Un servizio che consente di accelerare i tempi di assistenza e di ridurre notevolmente i costi, dovuti ovviamente al trasporto. Abbiamo anche aumentato lo spazio per lo stoccaggio dei ricambi e abbiamo potenziato il servizio di customer care, proprio per essere il più performanti possibili”.

Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il mercato USA?

“Se l’economia USA continua a mostrare un ottimo stato di salute, il mercato ceramico statunitense stenta a tenere il ritmo. Sulla base dei dati dell’U.S.Dept. of Commerce e di TCNA, nel 2019 il consumo di piastrelle negli Stati Uniti è sceso a 273,2 milioni di mq, perdendo il 5,4% sul 2018. Il prezzo medio di vendita del prodotto nazionale è salito dai 16,43 $/mq del 2018 ai 16,63 $/mq nel 2019. A pesare è il rallentamento del settore immobiliare e dell’attività di ristrutturazione edilizia; inoltre, l’avanzata dei materiali vinilici minaccia le quote di mercato della piastrella: già a fine 2017, infatti, la ceramica valeva il 14,3% del valore del mercato USA dei pavimenti, contro il 9,3% degli LVT che, però, stanno guadagnando circa un punto percentuale e mezzo l’anno. A fine 2019 LVT e ceramica avevano la stessa quota di mercato. Tuttavia, proprio per la richiesta di piastrelle, il mercato di piastrelle USA rimane uno dei più appetibili. Il 72% della richiesta viene coperta da importazioni e il 28% da da 8 aziende locali con 11 stabilimenti attivi. E anche qualora l’industria locale utilizzasse il 100% della sua capacità produttiva, coprirebbe solo il 37% della domanda. Da questi dati si comprende molto bene la potenzialità di questo mercato domestico per la nostra azienda e per la filiale USA. Inoltre, con i nuovi dazi contro le importazioni cinesi, si apre la corsa per conquistare una fetta dei circa 64,3 milioni di mq generalmente importati dalla Cina.”

Quali sono i nuovi trend legati al settore ceramico negli Stati Uniti?

“I formati più comuni come il 30×30, 30×60, 15×30 cm, con spessori tradizionali, sono quelli maggiormente richiesti, ma sta crescendo anche la quota di soluzioni per l’outdoor in spessore maggiorato di 20 mm”.

E quali tecnologie, tra quelle dedicate alla finitura ceramica, sono più recepite in USA?

“Se valutiamo le installazioni fatte fino a oggi, sicuramente la tecnologia più presente è quella del taglio e squadratura, con un numero importante di avviamenti tra fine 2019 e primi mesi del 2020. Ne è un esempio Del Conca USA che, nel processo di evoluzione verso la Smart Factory anche della sua sede di Loudon in Tennessee, ha trovato in BMRun partner innovativo, che ha saputo rispondere alle diverse richieste con una linea di squadratura completamente DRY, totalmente digitalizzata e automatizzata”.

Domanda: Come pensa si svilupperà il settore ceramico nel futuro prossimo?

“Penso di poter dire con buon margine di sicurezza che si passerà sempre più dal concetto tradizionale di piastrella a quello più complesso di superficie, con stretta connessione al concetto “green”. Nell’economia green e circolare, il riciclo costituisce un parametro chiave per la riduzione degli impatti ambientali. Attraverso il riuso significativo dei materiali, è possibile ottenere piastrelle e lastre ceramiche rispondenti ai migliori standard ecosostenibili. BMR già da tempo persegue questa direzione “green oriented”: grazie infatti alla tecnologia DRY che evita l’utilizzo di acqua – semplificando notevolmente l’impiantistica, garantendo maggiore durata ai ricambi, risanando l’ambiente di lavoro e, ovviamente, rispettando l’ambiente -, è possibile recuperare le grandi quantità di residui della rettifica a secco e riciclarli come materia prima nella formulazione dell’impasto. A seconda dei valori minimi e massimi delle diverse variabili di funzionamento della macchina, nonché degli spessori e quantità asportabili per ogni lato, è stato evidenziato un recupero che può variare tra i 200 e i 400 kg/h di polvere secca, che equivale alla disponibilità di una nuova materia prima riciclabile in produzione. Questo consente di azzerare tutti i problemi di impatto ambientale e i costi per lo smaltimento dei fanghi da rettifica, mantenendo l’elevata qualità della piastrella risultante”.

Dunque, quali i plus valori che le aziende locali riconoscono alla presenza di BMR in USA?

“Il poter lavorare “local to local” nella gestione logistica e dell’assistenza al cliente è sicuramente un vantaggio importante, che trova la sua dimostrazione nei rapidi tempi di intervento e nel know-how di BMR di oltre 20 anni sul processo di squadratura e lappatura. Questo crea una collaborazione con i clienti basata sulla fiducia e sull’affidabilità, oltre che sulla riconosciuta leadership delle tecnologie made in Italy, veicolate – grazie alla sede USA – con costi e tempi ottimizzati e, al contempo, con vantaggi in termini di puntualità, celerità ed efficienza”.

Quali sono le vostre principali referenze in USA?

“Abbiamo collaborazioni con tante importanti realtà ceramiche americane, prime tra tutti Crossville Tile, StonePeak Ceramics, Dal-Tile Group, Florim USA, Rainbow Inc., Marazzi Tile, Florida Tile, Atlas USA, Ironrock, Del Conca USA”.